La vera felicità? È una forma di resilienza

La vera felicità? È una forma di resilienza

Presentiamo un estratto dalla prefazione del volume di Sharon Salzberg e Robert Thurman Ama i tuoi nemici, Come sconfiggere la rabbia ed essere felici

Robert Thurman e Sharon Salzberg

Tutti desideriamo essere felici, ma non è chiaro in che cosa consista la vera felicità. Dovunque posiamo lo sguardo, assistiamo a scontri tra persone, ovvero alle conseguenze di una mentalità basata sulla contrapposizione “Noi contro Loro”. Questo senso di separazione e alienazione ci induce a ritenere che senza avere la meglio sugli altri o reprimere parti di noi stessi non sia possibile essere felici.

Tendiamo a considerare chi ci circonda come un potenziale nemico e, quando le cose non vanno come vogliamo, diventiamo a nostra volta i nemici di noi stessi.

Siamo culturalmente portati a credere che la forza sia una qualità radicalmente diversa dalla gentilezza e dalla compassione. Quindi, a meno che non consideriamo nemici una persona o situazione, possiamo sentirci come se ci stessimo arrendendo o rinunciando, agendo in un modo che è sciocco o debole o autodistruttivo. A mio avviso, questo senso d’inimicizia e separazione, ovvero la distanza che ci divide dagli altri e da noi stessi, gioca un ruolo centrale nella nostra mancata comprensione di cosa sia la vera felicità.

La premessa da cui questo libro prende le mosse è che tutti abbiamo dei nemici, anche se, attenzione allo spoiler, Bob Thurman vi riserverà alcune sorprese a questo proposito. Ma poi, ispirati dagli insegnamenti buddhisti, vi accompagneremo in un viaggio attraverso territori abitati dai quattro tipi di nemici: i nemici esterni, interiori, segreti e super segreti. I primi sono sia le persone che ci disturbano e ci infastidiscono, sia le situazioni che ci procurano insoddisfazione. I nemici interiori sono le reazioni abituali della mente, in particolare rabbia e odio che ci rendono schiavi e sconvolgono le nostre esistenze. Se ci avventuriamo ancora più in profondità, incontriamo il nostro nemico segreto, la preoccupazione egoica che ci separa dagli altri e dalla nostra natura compassionevole. E infine troviamo il nemico super segreto, un senso profondo e radicato di odio verso noi stessi, che ci preclude la comunione con tutti gli altri esseri.

Gli insegnamenti e le pratiche di meditazione proposti in questo libro ci aiutano ad attingere alla nostra innata saggezza e compassione per trasformare radicalmente la relazione che ci lega ai nostri nemici, fuori e dentro di noi.

Probabilmente la parola “nemico” risveglia nella maggior parte di noi l’immagine di tutte le persone che ci hanno ferito o fatto del male. Ognuno di noi deve però confrontarsi anche con avversari più infidi: i nemici interiori. Questo libro ci guiderà alla scoperta di come è possibile lavorare insieme ai nostri nemici: la questione viene affrontata nel dettaglio poiché da essa dipende il vero successo della nostra impresa. Al cospetto di un nemico, esterno o interiore che sia, ci affidiamo tendenzialmente a modalità di pensiero abituali, le quali si sono dimostrate inadatte in passato a risolvere le situazioni problematiche e ci hanno causato rabbia e insoddisfazione.

Abbandonare gli schemi mentali, consolidati ma inefficaci, con cui abbiamo affrontato i nemici in passato per tentare un approccio diverso e migliore rappresenta un atto di coraggio, così come lo è sperimentare atteggiamenti nuovi che prescindano dalla dinamica “Noi contro Loro”. Jonathan Haidt, uno studioso di psicologia sociale, si riferisce alla strategia di cambiamento delle nostre abitudini di pensiero rigide e radicate come a un distacco dalla nostra “matrice morale”.

Quando ci rifiutiamo di rispondere alla rabbia con la rabbia e ci ribelliamo alla convinzione che la vendetta sia la nostra unica possibilità, abbandoniamo la matrice morale per accedere a un mondo caratterizzato da un numero infinito di scelte illuminate.
La nostra società tende a considerare la gentilezza una virtù minore piuttosto che una forza enorme, quale essa in potenza è.

Sebbene il Dalai Lama sia venerato in tutto il mondo quale incarnazione della gentilezza e della compassione, il suo rifiuto di considerare nemici i cinesi che hanno invaso il Tibet risulta incomprensibile a molti. Tuttavia, sconfiggere i nostri nemici richiede la capacità di abbandonare le nostre convinzioni e di guardare alla gentilezza e alla compassione come a manifestazioni di forza.

Tra le pratiche presentate in questa guida, la meditazione della gentilezza amorevole si rivela un’alleata particolarmente efficace.
“Gentilezza amorevole” è la traduzione di metta, un termine pali, la lingua in cui sono stati scritti i testi originari del Buddhismo.
La parola metta è stata anche tradotta con “amore” e “amicizia”.

La gentilezza amorevole è la consapevolezza profonda dell’inestricabile intreccio che lega ogni esistenza individuale alla vita nella sua interezza.

In virtù di tale rapporto, dobbiamo prenderci cura degli altri, non per un sentimentalismo di facciata o per un senso di obbligo ma poiché, grazie alla saggezza, comprendiamo che così ci prendiamo cura di noi stessi. La gentilezza amorevole non è un mero ideale astratto; si tratta di un percorso concreto che ci permette di trasformare radicalmente la nostra esistenza. Come forma di meditazione, espande la nostra consapevolezza poiché ci invita a prestare attenzione a noi stessi e agli altri in maniera nuova. Passiamo da una condizione di mancanza di concentrazione e facile distraibilità a uno stato in cui alleniamo l’attenzione e impariamo a radicarci.

Invece che fissarci su ciò che non ci piace di noi stessi e provare un senso di fallimento, impariamo a riconoscere il buono che c’è in noi. Invece che considerare cattive alcune persone e ignorarle, senza riflettere più di tanto sulle nostre percezioni, ci fermiamo e impariamo ad apprezzare il fatto che anche loro, proprio come noi, desiderano la felicità.

La vera felicità, come l’ha intesa e compresa il Buddha, è una forma di resilienza, una risorsa interiore che ci permette di prenderci cura di noi stessi e degli altri senza esaurire l’energia o sentirci sopraffatti dalle difficoltà. Le prospettive e le pratiche descritte in questo libro ci indicano la via per entrare in contatto con quella resilienza, affinché essa possa costituire la bussola delle nostre relazioni.

All’inizio ci sembrerà impossibile includere i nostri nemici in questo processo di trasformazione, ma alla fine ne comprenderemo non solo l’utilità pratica ma soprattutto il potenziale liberatorio.

Sharon Salzberg

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