Non commettere azioni negative.
Impegnarti in azioni perfette e benefiche.
Doma la tua mente.
Questo è l’insegnamento del Buddha.
Questa strofa sintetizza le quattro nobili verità, l’insegnamento fondamentale del Buddha: afferma che la radice di tutti i karma, di tutte le afflizioni mentali, delle illusioni e di tutte le sofferenze del samsara è l’ignoranza che non conosce il significato del non sé, la natura ultima della realtà dell’io e degli aggregati, il significato del non sé della persona e il significato del non sé degli aggregati. È la mente che non lo sa.
Come ho detto altre volte, la mente percepisce l’esistenza degli aggregati in base alla funzione che svolgono e poi, su questa base, si limita a imputare l’io, a creare l’etichetta “io”, il “sé”, e a credere nella sua reale esistenza. La mente si inventa l’etichetta. La mente che non possiamo vedere, che è prima di forma ma che esiste, che per la sua natura di chiarezza svolge la funzione di percepire gli oggetti, quella mente, che è anche vuota di esistenza intrinseca.
Che cos’è la mente? Non è nulla, se non ciò che viene imputato dal pensiero perché c’è una base, è un fenomeno la cui natura è chiara e in grado di percepire un oggetto. Poiché è non ha forma ed esiste e poiché ha questa funzione, è una base valida. Quindi, il pensiero imputa semplicemente “mente”. A causa di questa base valida, che è priva di forma e la cui natura è chiara e la cui funzione è quella di percepire un oggetto, esiste l’etichetta “mente”, che è semplicemente imputata dal pensiero. È solo una mera imputazione.
Pertanto, la mente non esiste dal suo proprio lato. Pertanto, la mente è vuota di una mente reale. Il modo in cui ci appare, il modo in cui la nostra mente allucinata la percepisce e crede di esistere, è vuoto. La mente è vuota di quell’allucinazione; è vuota del modo in cui ci appare, della nostra mente allucinata e del modo in cui la nostra mente allucinata crede che esista. Crediamo al cento per cento che esista una mente reale, ma essa è totalmente vuota. La mente è totalmente vuota di quella mente reale, di quella mente realmente esistente, in cui normalmente crediamo sempre.
Questa è la natura ultima della mente, quella che viene chiamata chiara luce. La natura della mente è la chiara luce. In tibetano si dice ösel. Il significato di “chiara luce” è la vacuità della mente. Questa espressione si riferisce a proprio a questo, alla vacuità della mente. Ed è in questo che risiede il potenziale per diventare un buddha. In alcune altre tradizioni viene chiamato il dharmakaya stesso, il buddha. Il modo di etichettarlo in alcune tradizioni è “buddha” o “dharmakaya”.
Nella tradizione di Lama Tsongkhapa, come spiegato dal Buddha o da Nagarjuna, è il potenziale per diventare un buddha. A volte negli insegnamenti viene chiamato “buddha”, ma significa “potenziale per diventare un buddha”. Oppure è etichettato come il momento del risultato, come il risultato di ciò che stiamo per raggiungere, o è etichettato come il presente, che indica il nostro potenziale. Quindi, sebbene gli insegnamenti possano sembrare contraddittori, la ragione è questa. Tuttavia, è il potenziale per diventare un buddha.
Chiara luce significa che c’è il potenziale per diventare un buddha e questo vuol dire che tutti possono raggiungere l’illuminazione.
Nel Bodhisattvacharyavatara Shantideva dice,
[7:18] Grazie a perseveranza e sforzo entusiastico,
persino le mosche, le zanzare, le api e gli insetti
otterranno l’insuperabile Risveglio
che pure è così difficile da raggiungere.
Anche gli scarafaggi, i topi, i coccodrilli, le cimici, i ragni, i pidocchi! Per quanto minuscoli siano, persino quelli visibili solo al microscopio, anche loro hanno la natura di buddha; anche loro possono raggiungere l’illuminazione. Questo non significa che possano farlo in questo momento o con quel corpo. Non è detto, ma in generale, grazie a questo, possono raggiungere l’illuminazione.
Tradotto da The Clear Light Nature of the Mind